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In 42 liriche, "I giorni di Alcione" riprende metaforicamente il mito classico di Alcione e Ceice, coppia che osò paragonarsi a Era e Zeus, scatenandone l'ira. Indignato per l'onta subita, Zeus fece annegare Ceice in mare aperto, tramutando Alcione in un uccello marino, l'alcione appunto, animale simile a un gabbiano o a un martin pescatore. Zeus fu tuttavia mosso a compassione dalla sofferenza della tragica creatura: fu così che le furono concessi setti giorni particolari, prima e dopo il solstizio d'inverno, affinché i due amati potessero ricongiungersi. L'espressione "I giorni di Alcione" designa anche gli ultimi giorni di gennaio, quando l'oscurità di un lungo e rigido inverno inizia a regredire e si torna gradualmente alla luce. Le liriche esprimono la sofferenza e la disperazione per amori perduti e infelici nonché il destino avverso del poeta che paragona se stesso a un gabbiano viaggiatore: il suo è un lungo e tormentato viaggio attraverso angoscia, dolore, paura e delusioni, un percorso che tuttavia lo condurrà ai tanto attesi Giorni di Alcione, in cui potrà godere di ritrovata quiete e speranza.